“Viaggiare da sole e’ stranamente bello, ma bisogna imparare a farlo” (M. Perosino)

Oggi ho capito perché non voglio buttare via quel trolley blu elettrico, un pò sgangherato, con i fili metallici che escono fuori dalle cuciture e che qualcuno mi consiglia di sostituire. Oggi ho finito di leggere “Io viaggio da sola” (Einaudi 2012)  dell’autrice torinese Maria Perosinoio viaggio da sola maria perosino

Solo a metà libro vengo a sapere del suo “ritorno agli elementi” (cit. Ernesto Franco) nel giugno del 2014, il giorno prima dell’uscita del suo secondo lavoro “Le scelte che non hai fatto”. Ci rimango male. La sentivo già un po’ amica. Si, perché il libro, che sembra un manuale d’uso per le donne che  per necessità o per piacere  viaggiano da sole,  parla in fondo sempre un po’ di noi, che per brevi o lunghi periodi abbiamo messo la nostra vita in un trolley e l’abbiamo portata in giro.

Dall’ occupare un tavolo per uno e cavarsela con il ristoratore quando viene assegnato quello in fondo alla sala secondaria a come scegliere un ristorante. Da quello che non deve mancare nel bagaglio a come prendere confidenza con la città in cui si è appena arrivate, il libro che scorre fluido come un treno sulle rotaie, ci invita a viaggiare seguendo sempre i nostri interessi.

Mi sono rivista  più volte nell’ autrice,  soprattutto quando, abbandonati i posti più turistici, si addentra nelle zone della città dove si incontra la gente che va a fare la spesa, che vive la propria quotidianità. Come quella volta a Berlino quando passai del tempo in una biblioteca (capii dopo che era quella de “Il cielo sopra Berlino”).atrium u.v.a.O ad Amsterdam a mangiare alla mensa universitaria (e non solo). O a Parigi quando mi incamminai per Boulevard Barbes a ficcare il naso fra scampoli di stoffe, parrucchieri, supermercati esotici e mercanzie locali. Sapevo che lì c’erano i parigini oriundi e non. barbes sole in siciliaCamminare senza una precisa meta se non quella di scoprire la città e  azionare quindi il proprio “pilota automatico” sono di quelle cose che,  spesso, quando si è in compagnia non si possono fare. Perdere tempo, prendere tempo e soffermarsi lì dove un compagno di viaggio è già dieci passi avanti.

Pagina dopo pagina il libro è un invito alla curiosità, a saper stare bene con la “solitarietà”, a seguire quello che veramente ci interessa e non quello che gli altri si aspettano raccontiamo al nostro ritorno. Sono queste le “vacanze intelligenti” e a me ha fatto venire voglia di fare di nuovo un lungo viaggio in treno…godendomi il tempo che il viaggio in treno concede …

Insomma quel trolley cui sono affezionata, l’invenzione che, secondo l’autrice, “più di ogni altra, pillola anticoncezionale inclusa, ha contribuito alla liberazione delle donne” ho deciso che non lo sostituirò.

trolley io viaggio da sole

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